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“Cambiamento e consapevolezza. Il duo Fabio Properzi (indietronica e indie-folk) e Giulia Riboli (thereminista, musica cantautorale e cinematica) contestualizza l’immaginario delle sirene desertificandone l’ammaliante presenza tra gli abissi e trasferendo l’incantevole eco tra le rovine di ogni guerra. […] Theremin, elettronica, piano, basso e cajon per un progetto di raffinata cura dell’anima poggiando la testa sul cuscino dei ricordi per spiccare il volo tra le correnti d’aria di un futuro che deve risvegliarci nel presente. Theremin e vibrazioni ad alta quota.” (Rockerilla n. 414 February, 2015)
“…le sonorità dell'album rinunciano volutamente a toccare superficialmente l'ascoltatore, andando a colpire invece le nostre emozioni più nascoste ed inesplorate. […] Il disco si configura come un viaggio, un ciclo e un susseguirsi di eventi che si riflettono in una continua variazione degli stati d'animo dell'ascoltatore, mantenendo sempre un alone di inquietudine grazie alle sonorità rarefatte e malinconiche presenti in tutte 5 le canzoni dell'ep. […] Potrei dilungarmi in lunghe descrizioni di tutte le immagini mentali, lacrime, sorrisi e brividi che tracce come Nebula e Beyond The Infinity hanno evocato in me durante l'ascolto, ma queste sminuirebbero solamente la carica empatica del lavoro dei Tears of Sirens…” (Rockit)
“[Il progetto] sperimenta nuovi percorsi [per il theremin] immergendoci nelle profondità di un suono che si fa canto e richiamo affascinante. Questo viene affiancato da pianoforte, basso, cajon e innesti elettronici dai volteggi sognanti, in un turbine di landscapes malinconici, totalmente strumentali (anche se la “voce” del theremin riesce a sopperire questa mancanza), e ricco di dettagli che mano a mano si schiudono nelle orecchie attente di chi ascolta.” ("Shiver")
“…le sonorità dell'album rinunciano volutamente a toccare superficialmente l'ascoltatore, andando a colpire invece le nostre emozioni più nascoste ed inesplorate. […] Il disco si configura come un viaggio, un ciclo e un susseguirsi di eventi che si riflettono in una continua variazione degli stati d'animo dell'ascoltatore, mantenendo sempre un alone di inquietudine grazie alle sonorità rarefatte e malinconiche presenti in tutte 5 le canzoni dell'ep. […] Potrei dilungarmi in lunghe descrizioni di tutte le immagini mentali, lacrime, sorrisi e brividi che tracce come Nebula e Beyond The Infinity hanno evocato in me durante l'ascolto, ma queste sminuirebbero solamente la carica empatica del lavoro dei Tears of Sirens…” (Rockit)
“[Il progetto] sperimenta nuovi percorsi [per il theremin] immergendoci nelle profondità di un suono che si fa canto e richiamo affascinante. Questo viene affiancato da pianoforte, basso, cajon e innesti elettronici dai volteggi sognanti, in un turbine di landscapes malinconici, totalmente strumentali (anche se la “voce” del theremin riesce a sopperire questa mancanza), e ricco di dettagli che mano a mano si schiudono nelle orecchie attente di chi ascolta.” ("Shiver")